Traumi e lesioni ai tessuti
Quando sono presenti delle rotture dei tessuti causate da processi traumatici recenti, non è possibile effettuare un massaggio. È necessario attendere che i tessuti e le lesioni si riparino, altrimenti si avvia il rischio di aumentare i processi infiammatori ed espandere la gravità delle lesioni. Questa controindicazione vale soprattutto in caso di ecchimosi, sanguinamento recente e ferite non rimarginate, contusioni, edemi.
Lavorando molto al livello di muscolatura, ovviamente vanno evitati i massaggi nei casi di rottura o lacerazione dei muscoli, guaine, tendini e legamenti sottostanti. Anche in caso di intervento chirurgico recente, devono passare diversi mesi prima di intraprendere una seduta di massaggio.
Infiammazioni
Tra le condizioni in cui scattano le controindicazioni al massaggio, ci sono gli stati di infiammazione acuti. Questa rappresenta un meccanismo di difesa del corpo, detto anche flogosi, che protegge l’organismo dall’azione di agenti nocivi (chimici, fisici, biologici) scatenati da traumi, infezioni o allergie. L’infiammazione tende ad eliminare le cause del danno ai tessuti o alle cellule, e avvia un processo di riparazione che segue diverse fasi (aumento della temperatura, arrossamento, dolore alla parte lesa che può essere funzionalmente limitata, etc.). Il massaggio va evitato, in quando determina l’aumento della circolazione sanguigna e accentua i sintomi infiammatori – soprattutto quando è presente una infiammazione dei linfonodi.
Febbre
Il massaggio accresce la temperatura locale, quindi non va effettuato durante i processi febbrili.
Presenza di varici e flebiti
In tali casi il massaggio è controindicato dato che può provocare il distacco di un trombo, ovvero una massa solida che si forma con piastrine o globuli rossi nei vasi sanguigni o nel cuore, dopo alterazioni della coagulabilità o della circolazione. In particolare nelle situazioni di tromboflebite si rischia la trombosi, ovvero la coagulazione patologica che rende il trombo in grado di ridurre oppure chiudere del tutto il vaso sanguigno.
Se massaggiare gli arti inferiori in caso di insufficienza venoso-linfatica è corretto, la presenza di situazioni varicose e processi infiammatori costituisce una pericolosità per le manipolazioni. Oltre a queste malattie vascolari infiammatorie, il massaggio va evitato anche quando sia presente una debolezza vascolare e gravi ritenzioni circolatorie.
Insufficienza cardiaca
In alcuni casi, sono presenti negli arti inferiori degli edemi che manifestano l’incapacità del cuore di inviare il giusto quantitativo di sangue agli arti. Il ristagno dei liquidi nella circolazione venosa provoca anche la loro fuoriuscita dal torrente vascolare, e gli edemi stessi. La controindicazione al massaggio in tal caso è forte, visto che le manovre su un paziente cardiopatico andrebbero a provocare un aumento del carico venoso e mettere in difficoltà il cuore. Il massaggio è considerato imprudente anche sia presente il rischio di embolia polmonare o di altri tessuti del corpo, e malattie cardiache che producono tachicardia e ipertensione.
Patologie del SNC con spasmi
Quando sono presenti delle evoluzioni spastiche nel paziente, il massaggio può favorire il processo di spasticità e, quindi, va evitato. Alcune manovre, infatti, comportano un accrescersi del tono muscolare e possono causare gli spasmi. È controindicato il massaggio anche nel caso di patologie con lesioni del sistema nervoso del tratto piramidale, e sintomi di compressione del nervo.
Insufficienza renale
Il massaggio è controindicato dato che può agevolare la diuresi (tramite il ritorno venoso e linfatico), ma anche la perdita di sostanze proteiche – la mancata capacità di riassorbimento delle proteine può dare luogo ad edemi localizzati (arti inferiori, occhi, etc.) e non va stimolata. Con le manovre potrebbe innescarsi una situazione di sovraccarico del tessuto renale, da evitare.
Neoplasie
Le manualità del massaggio facilitano la circolazione linfatica e, quindi, potrebbero favorire la diffusione di metastasi nel corpo. In alcuni casi di neoplasia la massaggio-terapia può essere accettata per migliorare gli stati di ansia, ma va considerata insieme al medico curante; per minimizzarne i rischi, migliorare gli stati di stress psicologico o alcuni sintomi fisici come dolore o linfedema.
Dermatiti
La manipolazione può causare irritazione nelle dermatiti e nelle dermatosi, diventando una fonte di contagio per tutte le patologie infettive della pelle (come la presenza di micosi da funghi). È sconsigliato anche per le patologie generalizzate come la dermatite allergica, le ustioni, le malattie non infettive e le ulcere da decubito (UPP).
Gravidanza
Durante i primi tre mesi, è bene valutare insieme al paziente e al medico ginecologo, se il massaggio sia applicabile; in caso non ci siano controindicazioni va effettuato in posizione laterale e predisponendo delle tecniche dolci per evitare zone rischiose come pancia, petto e vertebre lombari.
Patologie in corso
Le controindicazioni al massaggio possono essere decretate da uno stato patologico che spinga ad evitare delle manipolazioni, sopratutto in presenza delle fasi di sviluppo con febbre, nausea e dolori. Le manovre non vanno praticate specialmente nel caso di malattie muscolari degenerative, malattie metaboliche, malattie reumatiche e renali in fase acuta (come nel caso di recenti calcoli renali e biliari).
Valutando la presenza di dolori muscolari e articolari persistenti anche dopo la massoterapia, è bene ricordare anche un’antica regola per cui ogni massaggio che non allevia il dolore ma crea il suo accrescersi è sicuramente nocivo e, quindi, va interrotto.
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